Locazione di un immobile: cosa succede se il conduttore è inadempiente?
LOCAZIONE DI UN IMMOBILE: COSA SUCCEDE SE IL CONDUTTORE E' INADEMPIENTE?
Con il termine di locazione immobiliare, si intende il contratto tramite il quale un soggetto, detto “Locatore”, concede ad un altro soggetto, detto “Conduttore”, l'uso ed il godimento della propria abitazione, impegnandosi al pagamento di un prezzo, detto “Canone mensile”: è quello che comunemente viene denominato “affitto”.
La legge impone, per la stipula di un contratto di locazione, la forma scritta e la registrazione dello stesso presso l'Agenzia delle Entrate: se non dovessero essere rispettate queste disposizioni, la locazione risulterà inefficace.
Ma cosa accade se il Conduttore è inadempiente?
Ritardare o sospendere i pagamenti del canone di locazione, può portare conseguenze gravi al Conduttore, che si potrebbe veder sfrattato dall'immobile da parte del Locatore, procedura questa, molto più breve rispetto ad una più classica causa civile.
Quali sono i diritti del Locatore in caso di ritardo nei pagamenti da parte del Conduttore?
E quando si può procedere alla risoluzione del contratto?
La legge che regola gli affitti, stabilisce che al Conduttore viene concessa una tolleranza di venti giorni per regolarizzare la propria posizione; al termine di tale periodo, e quindi a partire dal ventunesimo giorno di ritardo nel pagamento, al Locatore è già concesso di procedere, presso il Tribunale, con la richiesta della procedura di sfratto.
E invece quali sono i diritti del Conduttore moroso?
La stessa legge, però, dà una possibilità anche al Conduttore moroso, il quale ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione, anche se il Locatore ha già notificato lo sfratto. In pratica, il Conduttore ha diritto a rimanere nell'abitazione, e quindi di annullare gli effetti dello sfratto, se paga al Locatore tutti i canoni arretrati, oltre gli interessi e le spese legali sostenute. Questo pagamento, deve però pervenire al Locatore, al massimo entro la prima udienza presso il Tribunale, dove al Conduttore, se ne fa richiesta al Giudice, può addirittura essere concesso un periodo di grazia di novanta giorni.